Storia - Macelleria Ori
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Sul cognome Ori non ci sono ipotesi da formulare. E’ possibile che, in origine, si trattasse di gente che aveva a che fare con l’oro, probabilmente artigiani dell’oro, e, per questo motivo, chissà mai, di origine ebraica, dato che gli ebrei hanno sempre avuto con l’oro un contatto diretto, preferenziale. D’altra parte la brevità del cognome non permette voli etimologici.
Gli Ori castagnetani non sono mai stati una famiglia numerosa e per diverse generazioni, ad eccezione forse delle ultime, sono stati in pericolo di estinzione del cognome.
Di Ori comparvero, sul finire del Settecento, due gruppi distinti, uno proveniente da Rocco di Sant’Anna al Pelago, l’altro da una località vicina, Serpiano, entrambe in provincia di Modena. C’è quindi da ipotizzare una origine comune. Il secondo gruppo si sistemò a Bolgheri, dove Giovanni (Maria Lancillotti) faceva il barrocciaio, ma si esauri in due generazioni, avendo avuto, il Giovanni citato, due femmine soltanto ed essendo morto relativamente giovane.

II primo gruppo invece, faceva capo a Giuseppe (M. Santa Tonerini), chiamato Pélago per via della provenienza, il cui figlio Pellegrino (Clorinda Giannesi) era carbonaio in proprio. Risulta ad esempio che nel 1829 avesse prodotto 13.650 some di carbone, pagatogli 1 lira e 13 soldi la soma: una bella sommetta, anche se non è quantificabile la fatica e il tempo impiegato.
Pellegrino ebbe nove figli, ma gli sopravvisse, fra i maschi, il solo Antonio (Maria Pieracci) detto Pigone, che continuò l’attività paterna. Il figlio Luigi invece fu garzone nella macelleria di Riccardo Arrighi per 30 anni, il quale, oltre a quella di Castagneto, aveva anche una macelleria a Sassetta.
Ad un certo momento, sul finire delle guerra mondiale, l’Arrighi, chiamato il Matto uno che era solito vivere sopra le righe e vestire da dandy, emigrò in quel di Genova, disfacendosi di tutto e lasciando a Romualdo Manzani la macelleria di Sassetta e vendendo a Luigi Ori  e la moglie Mercede Pazzagli la macelleria di Castagneto, che aveva sede nell’alto borgo, nell’attuale palazzo Orsolini.

Poco dopo l’Ori la spostò più in alto ancora, all’angolo dell’ex palazzo Prioreschi dove in precedenza c’era un negozio di mercerie di Maria Malenotti; poi perfezionò l’insediamento con l’acquisizione del soprastante appartamento, allora occupato dalla Banca Toscana.

Nacque così la macelleria Ori che, insieme alla sottostante di Canzio Macchi, figlio del “carducciano” Napoleone, dominava la scena. Anche il Macchi aveva un negozio alla Stazione, nel palazzo Menicagli, mentre la macelleria Ori, ex Arrighi, si trovava a qualche decina di metri a sud, nel palazzo Cailli, e portava l’insegna con la scritta “Macelleria Ori – Succursale di Bambolo e Marina”.

Poco dopo il Macchi chiuse la propria macelleria e restò solo l’Ori, il quale, in attesa che i figli crescessero, teneva come garzone per la macelleria del Bambolo un pittoresco personaggio castagnetano, Cesare Favilli, detto Mezzosigaro.

Quando i figli dell’Ori, Antonio conosciuto come Furio e la moglie Erina Fidanzi,
Mario  e la moglie Gina Vanni, furono in età di gestire direttamente i due negozi, Mezzosigaro si dette all’imbiancatura, sempre però con l’immancabile mezzo sigaro all’angolo della bocca.

Solo in seguito i due Ori si divisero le macellerie: Furio a Donoratico e Mario a Castagneto Carducci.
All’inizio degli anni 90, chiuso il negozio di Castagneto per esaurimento familiare, Elvio Ori, figlio di Furio, e la moglie Concettina La Mastra, già proprietari di un’altra macelleria a Marina di Castagneto Carducci, hanno continuato a portare avanti l’attività di Macelleria fino al 1989.

In quell’anno ci fu una svolta epocale, grazie all’intuito di Elvio, ovvero affiancare alla attività di macelleria anche la rosticceria e servire polli cotti comprando forni appositi.

Negli anni 90 la cultura della rosticceria era ancora sconosciuta e fu una vera e propria scommessa, vinta, visto che oggi la macelleria conta di un reparto rosticceria con più di 50 specialità fatte sul momento.

Elvio ha portato avanti la macelleria\rosticceria come titolare fino al 2002, anno in cui è stata ceduta al figlio Luca, restando fino al 2012 affiancando i figli Luca e Ilaria, attualmente i titolari.